Giaccio Frutta al Fruit Logistica 2022
Come ogni anno saremo presenti al Fruit Logistica Berlino vi aspettiamo Hall 4.2 Stand D-10
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Dopo tanto tempo potremo ritornare ad incontrarci in presenza a Rimini 7-8-9 Settembre 2021. MEET US PAD. B4 STAND 001
La storia della Giaccio Frutta è nata con le percoche. E ancora oggi il frutto è una delle specialità dell’Organizzazione di produttori di Vitualazio (Caserta), che ora è nel vivo della campagna drupacee.
“Iniziamo con le produzioni sotto serra a maggio e proseguiamo fino ad ottobre con le varietà tardive”, racconta a Italiafruit News Antonio Giaccio, responsabile qualità dell’Op. Le percoche sono una bandiera dell’azienda. “Il prodotto è delicato, ma il gusto è inconfondibile e ha un buon mercato – aggiunge – La lavorazione non è banale, ma grazie all’esperienza dei nostri operatori offriamo frutti di qualità che ci regalano delle belle soddisfazioni”.
E la campagna delle pesche come è partita? “Bene, ma non benissimo – riassume il manager – Dopo una fase iniziale incerta il mercato si è ripreso e ora le vendite sono lineari e fluide, non ci sono blocchi o sovrapposizioni di areali, la merce diciamo così che ha una vita veloce e prezzi soddisfacenti”.
Giaccio Frutta negli ultimi dieci anni ha investito sulle pesche piatte. “Stiamo aumentando le superfici dedicate e i frutti li proponiamo in cassette monostrato per evidenziare la bellezza e la qualità delle tabacchiere – sottolinea il responsabile qualità dell’Op campana – E’ un prodotto tradizionalmente italiana che, dopo averlo abbandonato, ce lo stiamo riprendendo dalla Spagna. Nella nostra azienda abbiamo chiuso il calendario, con una disponibilità da maggio a settembre e la volontà di continuare a spingerle”.
La cooperativa casertana sta registrando una buona annata per le susine, “sia come qualità che come vendite – rimarca Giaccio – Sfruttano un po’ i volumi inferiori di pesche e nettarine”.
C’è poi una specialità campana che la Giaccio Frutta valorizza: l’albicocca pellecchiella. Un prodotto di nicchia dal sapore caratteristico che l’azienda comunica applicando un folder esplicativo in ogni confezione.
Inchiesta sul futuro dell’ortofrutta italiana realizzata dalla nostra redazione interpellando imprenditori e manager che dal 2012 al 2020 sono stati insigniti del riconoscimento di Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana. Abbiamo raccolto la loro opinione sui freni che si frappongono allo sviluppo del settore, sulle opportunità da cogliere e sulle prospettive da qui a 5 anni. Le precedenti puntate sono andate online il 15, il 16, il 19, il 20, il 21, il 26 e il 29 aprile. L’inchiesta completa – 65 interventi, l’analisi delle loro risposte, una conclusione ragionata – viene pubblicata sull’Annuario 2021 di Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana, in distribuzione da questa settimana. (a.f.)
I freni allo sviluppo. Un primo ostacolo allo sviluppo del settore dell’ortofrutta è la frammentazione delle aziende agricole; la mancanza di aggregazione dell’offerta non permette di avere il necessario potere contrattuale. In secondo luogo, abbiamo una politica troppo distante dalle aziende, frammentaria, priva di un progetto a lungo termine, che possa avere tra gli obiettivi quello di snellire la burocrazia ed investire nella formazione di personale qualificato per l’agricoltura.Le opportunità da cogliere. Il comparto dell’ortofrutta può ancora dare molto, ci sono tante opportunità ancora da cogliere, una su tutte è la valorizzazione dei prodotti a marchio IGP e DOP, di cui l’Italia è leader nel mondo. Un’altra opportunità è data dalla crescente capacità di analisi dei big-data: se si facesse una buona raccolta di dati a livello nazionale ed europeo, in modo da avere un database sulle produzioni e i relativi periodi di maturazione, si potrebbero fare delle stime, evitando le sovrapproduzioni. Una nicchia che può crescere e decollare diventando una risorsa per le aziende di produzione è senza dubbio l’e-commerce. Prospettive da qui a 5 anni. Quello dell’agricoltura è un settore che può solo migliorare. Sicuramente il 2020 non è stato un anno dei più semplici, anzi ha avuto un impatto devastante su molte aziende, ma come si dice “mater artium necessitas”, la necessità aguzza l’ingegno. Dobbiamo guardare al futuro con fiducia. Le prospettive dipendono da una maggiore visibilità e valorizzazione della produzione ortofrutticola italiana all’interno e a livello internazionale.
Giaccio frutta con Unomattina in diretta su Rai1 il giorno 28 ottobre dai Melai, per parlare di Melannurca Campana IGP: la regina delle mele
Nella prima intervista da quando è presidente esecutivo di Esselunga, Marina Caprotti – figlia di Bernardo, fondatore dell’insegna – ha scelto il reparto ortofrutta per la foto di rito. Davanti alle cassette di pesche di Giaccio Frutta, la quarantaduenne è stata intervistata dal Corriere della Sera e il concetto su cui ha insistito più volte è stato quello di un futuro sostenibile.
Mercoledì scorso la catena distributiva ha presentato il suo primo Bilancio di Sostenibilità , in cui indica ai suoi fornitori la strada da seguire. E Marina Caprotti, sulle colonne del Corsera, spiega: “Siamo sempre più consapevoli che se le aziende non faranno della sostenibilità uno dei punti cardine della loro strategia difficilmente potranno prosperare nel lungo periodo: sono i consumatori stessi, sempre più sensibili ai temi sociali e ambientali, che ce lo chiedono”.
questo di seguito è il link alla pagina dell’articolo su il corriere della sera:
GIACCIO FUTTA è su Forbes Italia di Settembre tra le IMPRESEVINCENTI.
“L’O.P. Giaccio Frutta, nata nel 1980 dalla famiglia Giaccio, è oggi un’organizzazione di produttori composta da più di 90 soci che commercializza frutta della zona ortofrutticola dell’alto casertano, da sempre luogo d’origine della Melannurca Campana Igp, fiore all’occhiello dell’azienda, che vanta un sistema di tracciabilità esteso a tutti i componenti della filiera alimentare
In questo momento difficile anche il packaging può essere di aiuto, sopratutto se trasmette un messaggio positivo ed è, allo stesso tempo, solidale. Come le nuove confezioni di fragole della Op casertana Giaccio Frutta: con il loro acquisto, parte del ricavato viene donato al team dell’Ospedale Cotugno di Napoli, uno dei più impegnati nella lotta contro Covid-19.
“Sulle nostre confezioni si legge #andràtutto bene: è un messaggio di speranza e i consumatori lo stanno apprezzando molto – spiega a Italiafruit Antonio Giaccio, della Op Giaccio Frutta – L’idea di usare questo tipo di packaging, composto da carta riciclabile Fsc, è nata in colalborazione con l’azienda Campania Packaging. Per ora stiamo utilizzando questa confezione per valorizzare la linea premium delle nostre fragole, che è distribuita nei punti vendita della Grande distribuzione in Campania: da quando l’hanno introdotta, le vendite sono aumentate subito. Per la stagione delle drupacee contiamo di utilizzare il vecchio packaging, nella speranza che tutta questa assurda situazione sia solo un ricordo lontano”.
Campagna fragolicola, trend e criticità“In concomitanza con le feste pasquali, la campagna si è un po’ risollevata e stiamo ‘respirando’ – commenta Antonio Giaccio – abbiamo avuto un aumento degli ordini di circa il 40%. Fino a qualche settimana fa, c’era tanta produzione e un conseguente calo delle vendite”.“Stiamo avendo problemi di manodopera in campagna – conclude – perché le persone che venivano dall’estero non ci sono. Alcuni stagionali sono riusciti a passare prima del blocco ma sono troppo pochi, mentre chi è rimasto fuori sta chiamando per poter lavorare, ma è impossibile farli entrare. Stiamo cercando di risolvere questo problema presentando le nostre richieste tramite la Coldiretti, per ora non ci siamo rivolti ai centri per l’impiego. Non è facile trovare da un momento all’altro manodopera per la raccolta delle fragole: serve personale specializzato, preferibilmente femminile considerato che le donne riescono ad eseguire un lavoro più veloce e allo stesso tempo preciso”.
Sono i Giaccio i Protagonisti del Corriere Ortofrutticolo di marzo in distribuzione in questi giorni. La loro storia con la frutta comincia da lontano, da un Giuseppe Giaccio napoletano che parte giovanissimo per la guerra in Eritrea e che, dopo dieci anni di prigionia in Gran Bretagna, riscopre la vocazione contadina e si mette con impegno a produrre ortofrutta, tra cui, fin da subito, mele annurca, nell’appezzamento di famiglia nell’immediata periferia di Napoli. Con l’espansione edilizia degli Anni Sessanta, una vasta area agricola viene progressivamente inglobata nella città, che si impone come la terza città italiana per numero di abitanti, e i Giaccio, come altri produttori agricoli, non rinunciano alla propria attività e la spostano negli Anni Settanta nel Casertano. Nel 1954 era nato Antonio e nel 1956 Gennaro, i figli di Giuseppe, i fratelli che rappresentano ancora oggi i pilastri di quella che nell’anno Duemila è diventata la OP Giaccio Frutta. Da allora la mente dell’OP è considerato il presidente Antonio Giaccio, sposato e con due figli Giuseppe e Luigi. La caparbietà e la lungimiranza rappresentano parte della sua forte personalità. Dopo un’iniziale attività famigliare di distribuzione di frutta fresca nei mercati ortofrutticoli di Roma e Milano, Antonio si è ben presto fatto convinto che la strada da percorrere fosse l’associazionismo, la cooperazione, la forza collettiva per arrivare a una concentrazione dell’offerta che permettesse di avere un maggior peso contrattuale con i distributori e i rivenditori finali.
Antonio e Gennaro, da sempre uno di fianco all’altro, da un lato lo spirito imprenditoriale e dall’altro lo spirito tecnico, hanno costruito negli anni il crescente successo dell’OP Giaccio Frutta, che ha chiuso il 2015 con un fatturato superiore ai 17 milioni.
Anche i rispettivi figli: Giuseppe (classe 1978), Luigi, Giuseppe (classe 1984) e Antonio hanno saputo apprezzare fin da piccoli il settore e ognuno di loro oggi ha un ruolo attivo all’interno dell’organizzazione. Il primogenito di Gennaro, Giuseppe Giaccio, dal 2012 è il presidente del Consorzio della Mela Annurca Campana IGP, una realtà attivissima e ricca di iniziative.
Fonte: corriereortofrutticolo.it
“La nostra linea di prodotti bio è stata presentata in occasione di Fruit Logistica 2020, riscontrando numerose manifestazioni d’interesse. Per ora le referenze incluse in questa specifica linea sono: fragole, kiwi e drupacee. Tra qualche giorno cominceremo con la commercializzazione delle fragole bio. Per questa linea di prodotti abbiamo creato anche un packaging specifico, realizzato in cartone”. Così riferisce Antonio Giaccio dell’Op Giaccio Frutta a FreshPlaza.
“La creazione della linea biologica nasce dall’esigenza di allineare l’offerta con le richieste del consumatore: un prodotto sano, salubre e sostenibile da un punto di vista ambientale, sociale ed economico. Inoltre, abbiamo dedicato una parte degli appezzamenti aziendali alla coltivazione bio e, a cominciare dal 2021, saremo operativi a pieno regime con tutte le referenze indicate”.
“Attualmente stiamo lavorando fragole e mele. Per quanto riguarda la campagna della melannurca campana IGP è stata eccezionale, con una richiesta crescente sia dall’Italia che dal Nord-Europa e con prezzi aumentati del 40%; per i produttori è stata una boccata d’ossigeno, dopo una campagna drupacee disastrosa”.
“La campagna fragole è cominciata in anticipo, a causa dell’aumento delle temperature stagionali e a condizioni climatiche più tipiche della primavera che non dell’inverno. Attualmente, l’andamento delle quotazioni è nella norma anche se a San Valentino si è registrato un picco di domanda con prezzi più elevati; ora la situazione si è stabilizzata”.
“Le cultivar di fragola che caratterizzano per la maggiore la nostra offerta sono Melissa e Sabrina anche se, con alcuni produttori, stiamo testando una nuova varietà, Partenope, sulla quale per ora abbiamo ricevuto riscontri positivi”.
“Infine, anche se è troppo presto per fare previsioni, l’annata delle drupacee si preannuncia meno carica rispetto a quella dello scorso anno; questo è un bene per i produttori, perché la ridotta produzione potrebbe comportare prezzi più alti e minori costi. La fioritura delle cultivar precocissime è in anticipo di quindici giorni; da questo punto di vista, temiamo eventuali ritorni di freddo”.
Fonte : FreshPlaza.it
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